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La più
completa esposizione, che io abbia mai visto dei quadri di Regianini:
idee concretizzate ed intuizione precise, classiche nel loro impianto,
raziocinanti, pur se immerse in un mondo assurdo e fantastico. Stupore
di fronte alle cose create; stupore inorridito, perché esse rivelano la
mente di un burattinaio diabolico. Non esiste realtà più reale della
realtà di Luigi Regianini; mentre non esiste realtà più assurda della
realtà di tutti i giorni.
Nella analisi spietata delle cose, che lo circondano
- e dell'ordine errato, con cui esse sono collegate nella vita degli
uomini - il pittore non indugia in acrobazie filosofiche.
Denuncia senza pietà, con implacabilità, va diritto
allo scopo, non deve accontentare nessuno, lusingare nessuno, con
un'altra coscienza di se stesso. Egli impiega i simboli con un senso
della magia, degno della grande arte di Dalì e Magritte; di cui si
sente un compagno di strada per certe affinità formali, anche se il suo
discorso è più immediato, vorrei dire più vicino al nostro modo di
pensare di uomini atomici e lunari.
La serietà dell'Artista è rimarchevole, in questa
ansia di domare i simboli; servirsene sì, ma domarli affinché non si
sbizzarriscano a loro piacere in un mondo caotico, sfrenatamente
irridenti ad ogni costrizione.
René Rigau
Mondo ' 80 - 1974
Olio
su tela - cm 80 x 100
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